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Lilli Gruber: «Il bravo giornalista? Il cane da guardia, non un barboncino»

«Giornata La7»: appuntamento speciale per la RCS Academy

di Lara Minelli, Corriere della Sera, Corriere.it 14/11/2022


Foto dai profili Instagram Giovanni Floris e Andrea Purgatori

Recensione personale:

«Vocabolario Gruber? Non saprei. Eroina? Non facciamo retorica per favore, l’inviato di guerra è un mestiere come un altro, si può parlare di coraggio, non di eroismo. Sfidante? Senz’altro. La vita è comoda solo per pochi fortunati. La mia forza? I valori, credere nel ruolo democratico del servizio cui sono chiamata».


Parla chiaro Lilli Gruber – e la cosa non stupisce –. Schietta e sincera si rende ben disponibile alle domande e curiosità degli studenti dell’Academy, diretta da Antonella Rossi, nel «La Giornata La7»: l’incontro dedicato alla rete televisiva del Gruppo Cairo Communication. A moderare Mario Garofalo, caporedattore centrale vicario del Corriere della Sera, nonché direttore scientifico dei master in comunicazione e giornalismo (Scrivere e Fare Giornalismo Oggi. Il Metodo Corriere: il 31 marzo la 7ima edizione. Un percorso, una crescita, un’esperienza).


In collegamento da Roma i volti più noti del giornalismo televisivo italiano e i direttori di La7: Marco Ghigliani, amministratore delegato e vicepresidente di Confindustria Radio Televisioni e Andrea Salerno, direttore di rete e multimedia. Per svelare il segreto di un’emittente di successo (La7 al quarto posto su scala nazionale per ascolti al giorno, Auditel, ndr), trasformare grafici in scenari e fatti in punti forza.


Insieme un centinaio di studenti per dialogare sull’evoluzione del giornalismo televisivo: dal ritrovamento di Aldo Moro e la prima diretta, quasi per caso, con l’11 settembre fino all’attacco al Bataclan, quando a raccontare erano turisti e cittadini con smartphone e social media.

«Giusto o no, bisogna innovarsi. La società non ha memoria, il noise (rumore) schiaccia. Serve costruirsi un’identità forte, esserci ad ogni costo» (Salerno). Come? «Mettendoci la faccia per raccontare la realtà di ieri, oggi e domani» (Ghigliani). Andare alla ricerca del dettaglio, tra il «sapore dolce-amaro dello scoop e i muri di gomma». Così per Andrea Purgatori e le sue storie di uomini e di mondi, «puntate con il linguaggio del cinema e della verità». Una scommessa «come cittadini in primis. Perché tutto è e fa politica, il nostro modo di stare nella realtà è politica. Il fact checking è democratico e necessario» secondo la coppia in studio Tiziana Panella e Alessio Orsingher. E Giovanni Floris, il fuoriclasse del talk show: «Il dibattito è lo show delle parole, lo specchio della società, un abito su misura che delinea un cambiamento profondo».


Politica e guerra. Quella al confine. E quella ibrida tra propaganda e disinformazione.

«La Giornata La7», un vero e proprio confronto tra professionisti e aspiranti (Orsingher alla classe: «Una domanda per voi: “Che tipo di narrazione è stata fatta sulla guerra in Ucraina?”») Nella programmazione e nei retroscena per scoprire come gestire imprevisti e scalette capovolte. Scegliere ospiti – «è questione di responsabilità sociale e deontologica» (Gruber) – e disporre cubi e poltrone – «anche quello è un linguaggio» (Floris) –. Perché parole come «autenticità, veridicità e indipendenza abbiano un senso» (Orsingher).


Con Lilli Gruber anche storie di professione e di vita: «Il mio percorso non è stato facile, ho pagato un prezzo altissimo. Il merito va di moda, ma non è scontato. Serve passione, resilienza e determinazione. E ricordate, No woman, no panel, “senza donne non se ne parla”». E dopo l’identikit del bravo giornalista – «curioso, appassionato, coraggioso e un po’ scomodo. Siamo il cane da guardia, non il barboncino» – l’incoraggiamento, senza distinzioni, anche se «per le ragazze vale il doppio. Osate, andate. Non temete, varrà sempre la pena».


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