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Alessio Boni: «Diventate persone di valore, non di successo»

Alessio Boni, quel ragazzo che girava con la vespa e amava “Mordere la nebbia”

di Lara Minelli, 26/09/2021


Foto Alessio Boni, Instagram

Il contenuto principe Andrej, il grottesco Caravaggio che se ne fregava degli schemi. L’eroe Ulisse, l’indimenticabile Walter Chiari, l’amato Maestro Marioni. E si potrebbe continuare, la lista è lunga. È Alessio Boni, nato a Sarnico, provincia di Bergamo.

«L’Atalanta resta la migliore» scherza con il cugino bresciano in sold out per Librixia. Stasera sul palco del Sociale non solo l’Alessio attore o l’Alessio padre, come ha sottolineato. È l’Alessio uomo a colpire.

Dal ricordo del lockdown tra la gioia infinita di un padre che stringe per la prima volta il figlio e il senso di colpa nel sentire le sirene che squarciavano il silenzio, mentre fuori la morte dilagava.
«Diventare padre ti cambia la vita. È lì che inizi a porti domande che prima non ti saresti mai chiesto. È allora che ho snocciolato chi è Alessio Boni, chi è diventato»
Da quel ragazzo che girava con la vespa color azzurro metallizzato per il lago di Iseo e che si fermava sotto un salice piangente tra la nebbia. E la mordeva (da qui il titolo del libro, #morderelanebbia). Ma non solo questa, la vita intera.

Alessio Boni, un grande divoratore di vita. Vita che scorre nelle vene, sangue che fa pulsare il cuore, lacrime che fanno emozionare. Vita da accalappiare, da graffiare, «perché è tua, la devi cercare, sentire. Così il tuo lavoro, ci devi stare 60 anni» . Al destino da piastrellista come il papà, il fratello, lo zio e il cugino, Alessio ha detto no. È salito al volo sul treno della vita. A dispetto di tutto e tutti, proprio come Caravaggio. Si arruola in polizia, va in America, vende giornali, fa persino da babysitter. Per inseguire un sogno che valeva più di ogni cosa: l’accademia, l’attore.
«Ci devi credere 1000 volte più degli altri. Mai perdere la possibilità di sognare ad occhi aperti. Altrimenti la vita ti porta altrove»
Quella voglia che bruciava (e brucia ancora) nelle vene che si chiama passione. E che per Alessio fa rima con teatro, cinema ed incontro. «È nello sguardo con l’altro che capisci quanto sei fortunato».

Un dialogo appassionato ed appassionante. Ogni tanto colora il perfetto italiano “dizionato” con qualche parola in dialetto bergamasco. La voce è sempre suadente e profonda, cambia di registro e tono nell’imitare i personaggi. Ricorda ieri, i viaggi, spiega cosa significhi entrare nel personaggio e uscirne a fatica dopo mesi. Lo studio, l’impegno, l’umiltà. E la Patagonia, il Brasile, il deserto del Sahara, quei viaggi alla ricerca della verità. Quello sguardo dell’altro che ti entra nelle viscere e non se ne va. E ti cambia, ti permette di stare con i piedi per terra e ricordarti quanto sei fortunato. Così gli occhi della signora Maria nel lebbrosario in Brasile. E il suono del jazzista a cui la lebbra aveva mangiato naso, labbra e mani, «un gesto potentissimo che me lo porterò dietro tutta la vita». Il Babbo Natale nelle favelas con i bambini.
Un Alessio Boni che ci ricorda cosa significhi essere uomini e donne: «Diventate persone di valore, non di successo. Uomini e donne prima di tutto, poi scegliete qualsiasi cosa. Un uomo e una donna sono grandi per quello che sono, non per quello che fanno»
Parole di verità e vita.
Si può dire in italiano “dizionato”, in bergamasco o in bresciano, scegliete voi: Alessio Boni, oltre che essere un grande attore, ha dimostrato di essere un grande uomo.

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