Le vittime: l’ex moglie e un cameriere
di Lara Minelli, 09/07/2021, esercitazione per Executive Master RCS Academy: simulazione primi giorni dell'omicidio
Foto: O.J.Simpson Instagram
BRENTWOOD - È la notte del 13 giugno 1994. Brentwood, il lussuoso quartiere californiano si macchia di sangue. E così il mondo delle celebrità americane O.J. Simpson, il campione di football più famoso degli Stati Uniti, il primo volto black delle pubblicità made in USA, ora indagato con l’accusa di duplice omicidio di primo grado.
Le vittime l’ex moglie Nicole Brown Simpson e un giovane poco più che ventenne, che sarà identificato poi come Ron Goldman, un cameriere recatosi nella villa di Nicole per riconsegnarle gli occhiali dimenticati prima al ristorante. Due corpi, un’impronta di un tacco, due guanti insanguinati, un berretto e una busta. Un campione già accusato in passato di violenze coniugali. Un volo per Chicago alle 23.45, un’ora o due dopo l’omicidio. E nessun testimone. Non una rapina, ma un cruento caso di American Crime Story che segnerà la storia della cronaca nera americana. Un caso che scuote i piani alti. Non un film, ma la scena di un crimine che respira e vive della realtà e con sfondo un quadretto famigliare, ora velato dal mistero e da ombre.
A dare l’allarme un cane dalle zampe macchiate di sangue che geme e ringhia contro il cancello della villa di Nicole Simpson e un vicino di casa che lo incrocia portando a spasso il cane. C’è del sangue che scorre dalla ringhiera e un corpo, quello di Ron Goldman a terra. La mano sinistra è insanguinata. Intorno a lui un berretto, una busta e un guanto nero con evidenti tracce ematiche. Sul retro Nicole Simpson raggomitolata su se stessa in una pozza di sangue e con la testa quasi decapitata. E un altro guanto, il secondo, probabilmente la coppia del primo. Nel giardino della lussuosa villa Simpson lo scenario è da brivido.
Nella casa invece regna il silenzio e la pace. Le luci delle candele sparse nelle stanze emanano un profumo piacevole e creano un’atmosfera serena. Echeggiano solo delle gocce d’acqua zampillanti dal rubinetto della vasca da bagno. All’arrivo della polizia i piccoli Simpson dormono ancora beati nei loro letti, incolumi e ignari che la mamma non c’è più. La polizia raggiunge la villa del campione per avvisarlo della tragica morte dell’ex moglie, ma ad aprire la porta della dépendance sarà un amico di famiglia, ospite in quei giorni. Di O.J. Simpson solo la statua imponente e austera all’ingresso.
«Ha preso un volo per Chicago»
Fuori dalla villa l’auto di O.J. Sul bianco della vernice e degli interni spiccano delle piccole macchie di sangue.
«L’ultima volta che ho visto la mia ex moglie è stato ieri notte dopo il saggio di danza di nostra figlia. Erano le 18 30, le 19. Ho preso i fiori per la bimba e alle 19 sono uscito di casa. Poi ho fatto la jacuzzi con la mia compagna e abbiamo mangiato insieme. Saranno state le 20 o le 21. Per la mano sinistra non lo so, me la sono ferita la prima volta a Chicago con un bicchiere quando uno dei vostri mi ha chiamato. O forse no, a golf, succede sempre». Queste le parole di O.J. Simpson il giorno dopo, appena ritornato a Brentwood.
Il mistero domina la scena e anima gli spiriti. Nel frattempo anche la difesa prepara il contrattacco.
Bob Shapiro, l’avvocato di Simpson: «O.J. è innocente. Lui l’amava»
댓글