C’è chi vive con meno di 1,68 euro al giorno
- LARA MINELLI
- 26 dic 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 dic 2022
Panettone o pandoro? Quando il “buono” non basta. I numeri degli italiani a Natale a tavola e sotto l’albero. E i milioni di poveri nel mondo
di Lara Minelli, 27/12/2021

Foto: Lensculture
Panettone, pandoro, Nadalin, tronchetto di Natale, panforte, torrone. E ovviamente parrozzo, scrippelle, struffoli e pastarelle, altrimenti alcuni avranno da ridire. Certamente ne starò dimenticando molti, quando si parla di tavola, di Natale e di dolci la lista è davvero lunga. E non solo quella: per giorni si scatena una vera e propria sfida. Tra città, ma anche in famiglia.
C’è chi tifa per il panettone. Chi per il pandoro. «Senza canditi, mi raccomando». «Scherziamo? Assolutamente con: un panettone senza è anemico». C’è chi lo vuole glassato. Gianduia? «No, fondente». Crema, anzi pistacchio. «Sì, dolce, ma non troppo». Speziato, colorato, fruttato. Rum, limoncello. E con decorazioni: fiorellini, stelline, brillantini, topping e libero spazio alla fantasia. Piatti colorati per i più stravaganti. Porcellanati bianchi con profilo oro per i classici. Perché ormai solo il “buono” non basta, anche l’occhio vuole la sua parte. Una bella tavola e un piatto infiocchettato sono d’obbligo.
Secondo l’ultimo report della Coldiretti solo per la cena della vigilia e il pranzo di Natale gli italiani avrebbero speso 2,5 miliardi di euro, molto più dell’anno scorso (+38%)
Anche per i regali sotto l’albero non si sarebbero tirati indietro: un +17% rispetto al 2020, almeno 238 euro a persona, la media più alta registrata negli ultimi cinque anni.
La rincorsa ai regali, le code alle casse, il caldo soffocante nei centri commerciali. Il cercare di essere originali nella scelta a tutti i costi: un vero e proprio stress. La spesa di Natale? Forse pure peggio. Ma c’è chi non ha questi problemi. E non sono pochi.
698 milioni di persone al mondo vivono con meno di 1,90 dollari al giorno (quasi il 10% della popolazione mondiale, Istat), vale a dire circa 1,68 euro
A pensarci, poco più del costo di un caffè al bar a Trento, secondo il Fipe l’espresso ad oggi più caro d’Italia. A Napoli con quella cifra si compra quasi 1 chilo di pane, ma non al nord, dove ci vuole il doppio (Eurostat). Ovviamente “pane comune” di farina di grano, escluso quello “speciale”, infiocchettato come i piatti in bella vista sui banconi per i palati più raffinati o i modaioli: grani antichi, farro, segale, Kamut, legumi. Per non parlare poi del gluten free, dove i prezzi decollano (il chilo sfiora i 10 euro, ma non c’è da stupirsi, secondo i dati del Consumerismo No Profit i listini gluten free costano 450% in più rispetto agli alimenti “normali”).
E in Europa? Cosa si può comprare con 1,68 euro? A Dublino metà pinta di Guinness in base al pub. In Germania anche: secondo la Cassa Malati pubblica tedesca AOK bastano 2 euro al giorno per sbronzarsi. Mezzo litro di Pils, Weizen o Hell, le birre più diffuse nel Paese, a meno di 50 centesimi al discount, tra 1 e 3 euro in una Brauerei invece, la birreria di quartiere.
Dieci per cento a livelli di povertà estrema. Considerato il totale della popolazione mondiale la percentuale sembra minima, eppure a pensarci
quasi 700 milioni di persone non potrebbero sorseggiare un espresso in Italia o comprare due baguette in Francia
Altro che super glasse e zuccherini colorati. O pacchetti e confezioni con effetti speciali sotto l’albero. Milioni di famiglie (soprav)vivono con meno di 1,90 dollari al giorno.
Secondo l’Istat tra il 2019 e il 2020 il numero è aumentato di circa 50 milioni, causa pandemia e la conseguente recessione economica globale. Una curva che sale anche quest’anno: 150 milioni «i più poveri» in più rispetto al 2020.

Fonte: Pexels
Difficile immaginare cosa significhi, se non addirittura impossibile. Ma non per Stefen Chow, fotografo cinese e la moglie, Hui-Yi Lin, economista. Dieci anni, duecentomila chilometri, trentasei Paesi e sei continenti, girati in lungo e in largo e raccolti in The Poverty Line, il progetto (da poco anche libro), pluripremiato a livello globale, divenuto un importante riferimento per la Banca Mondiale, che monitora la povertà. Dagli occhi e dalla sensibilità di chi ha voluto raccontare tra parole ed immagini come si vive con meno di 1,90 dollari al giorno.
PlayStation, Barbie, Lego. Ultimo modello o penultimo. Panettone con canditi o senza. Al cioccolato fondente o al gianduia. Scelte, desideri e “problemi” del tutto estranei a quei milioni di bambini, costretti a vivere in estrema povertà. A loro basterebbe un pasto caldo, dignitoso e un po’ di serenità.
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