La responsabile UOS, Giovanna Milzani: «È il primo bando della Regione. È un tema complesso, ma si sta lavorando molto»
di Lara Minelli, 28/11/2021
L'approfondimento - Inchiesta per Executive Master RCS Academy - Corriere della Sera
Foto: Lara Minelli
IL DATO
Prima della Legge n.4 2018 e il suo Decreto di attuazione (“Decreto luglio 2020”) nessun aiuto economico per gli orfani di femminicidio.
Oggi, grazie a questa Legge, un Fondo nazionale esiste: Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell’usura e dei reati intenzionali violenti nonché agli orfani per crimini domestici.
Dal 2021 al 2024 si stanziano 12 milioni di euro l’anno (Gazzetta ufficiale: il 70% delle risorse disponibili sono riservate ai minori, la restante quota ai maggiorenni non autosufficienti di età non superiore ai ventisei anni) e 300 euro mensili per ogni minore affidato alle famiglie affidatarie.
Ogni Regione, a sua discrezione e in base alle possibilità, può attivare fondi propri da destinare agli orfani. L’erogazione avviene tramite bando pubblico. Emilia Romagna, Veneto e Lombardia le più virtuose.
Tante però le clausole e i requisiti «invalidanti e troppo restrittivi» segnalati dagli orfani e dalle famiglie affidatarie, oltre a lacune e iter troppo lunghi. A questo si aggiunge il problema dell’assenza di una mappatura coordinata e precisa, sia a livello nazionale che regionale, del numero di orfani presenti sul territorio, rendendo così difficile programmare misure coerenti ed appropriate, che possano rispondere con efficacia all’esigenza di questa categoria.
L’INTERVISTA
Dottoressa Giovanna Milzani, responsabile UOS Interventi alla persona e alla famiglia dell’ATS di Brescia
Dottoressa Milzani, la Regione Lombardia ha approvato la Misura sperimentale per sostenere gli orfani di femminicidio e quelli di crimini domestici con un contributo una tantum pari a 5000 euro. Tra i requisiti: l’orfano non deve avere più di ventisei anni e la data del crimine non antecedente il 2010. È il primo bando della Regione dopo la Legge n.4 2018?
«Sì, è il primo, avviato come Misura sperimentale dalla Regione Lombardia con Delibera regionale (DGR n. 3760/2020, a seguito di emendamento della Legge Regionale n. 11/2012 con integrazione dell’art. 7 bis) a sostegno di interventi a favore degli orfani per femminicidio, orfani per crimini domestici e minori figli di vittime di violenza assistita ed in attuazione del Piano Quadriennale regionale per le politiche di parità e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne 2020/2023».
Potrebbe stimare il numero delle domande pervenute ad oggi?
«Alla data del 12 novembre sono state presentate 11 domande».
Come avviene la distribuzione? L’orfano può accedere sia alla Misura regionale che al Fondo nazionale? I due sono cumulabili?
«La Misura sperimentale di Regione Lombardia è finanziata esclusivamente con risorse a valere sul bilancio regionale. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 474.449 euro. I due contributi, nazionale e regionale, sono cumulabili».
Alcune testimonianze di orfani maggiorenni e famiglie affidatarie hanno segnalato difficoltà nei criteri di ammissibilità e il conseguente rifiuto della domanda. È una nota che avete riscontrato? In caso positivo avete pensato a qualche integrazione o modifica per agevolarne la fruizione?
«Sì, nella fase di attivazione abbiamo registrato qualche criticità rispetto al criterio di accesso riferito all’arco temporale relativo alla data dell’evento delittuoso. Abbiamo risolto con una Delibera regionale (DGR n. 4905 del 21 giugno 2021 e successivo Decreto attuativo n. 9177 del 6 luglio 2021), che ha rifinanziato la misura con ulteriori risorse a valere sul bilancio regionale (212.224 euro). I requisiti di accesso sono stati rivisti. Nello specifico l’arco temporale relativo alla data dell’evento delittuoso: è stato portato a dieci anni con decorrenza 1 gennaio 2010. Per il resto valgono le modalità di attuazione stabilite dalla prima Delibera regionale (DGR n. 3760/2020 e Decreto attuativo n. 4097/2020)».
Qualche passo in più negli anni si è fatto, crede ci sia più conoscenza ad oggi del fenomeno?
«L’approvazione della Legge n.4 2018 resta significativa. A livello nazionale nel 2019 nell’ambito dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, è stato creato un apposito gruppo di esperti che si occupasse della tutela di questi orfani. Ad oggi esiste la consapevolezza dell’esistenza di un vuoto conoscitivo su un tema che merita un’attenzione specifica».
Crede che grandi piani come il Pnrr possano guardare anche agli orfani speciali?
«Non vi è alcuna previsione da parte del Pnrr per gli orfani speciali. Tuttavia nel nuovo Piano Strategico Nazionale sulla Violenza maschile contro le donne 2021-2023 (attualmente in fase di adozione), in raccordo con il 5 Piano Nazionale di azioni e di interventi per la tutela e lo sviluppo dei diritti e dei soggetti in età evolutiva, si dedica un’attenzione particolare a questo target. Tra le priorità del Piano non solo la diffusione di una maggiore consapevolezza sul tema violenza maschile sulla donna, ma la promozione di progetti di politica sociale che guarderebbero anche agli orfani di femminicidio. La creazione di una mappatura delle Case Famiglia in cui si trovano minori figli di donne vittime di violenza e orfani speciali. E linee guida per interventi di natura sociale, psicologica ed educativa a loro destinati, tali da definire un percorso interistituzionale strutturato».
In questa direzione che ruolo avrà ATS di Brescia a livello di Regione Lombardia?
«Oggi ATS di Brescia gestisce la parte tecnico-amministrativa della Misura sperimentale regionale avviata, poiché lo stesso ATS era già titolare di una sperimentazione a carattere regionale in relazione a progetti per donne minorenni vittime di violenza e minori vittime di violenza assistita, finalizzata ad individuare un modello esportabile in tutto il territorio regionale. Sul tema specifico il ruolo di ATS di Brescia sarà valutato e condiviso sulla base di una valutazione complessiva finale degli esiti delle misure adottate».
Comments